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domenica 17 novembre 2019

Brioche al cioccolato e nocciola





Un pasticcere che ammiro tantissimo è johan Martin.
Fa della viennoserie incredibile. Di un'eleganza e precisione senza pari.
Un giorno, sul suo profilo Instagram, io e la mia amica Micaela (donna peccaminosa oltre ogni dire) vediamo una brioche al cioccolato che si meritava tantissimo l'hashtag #foodporn.
Ho cercato di riprodurla basandomi solo sulla sua estetica, senza indicazioni sullo stampo da usare, il peso dell'impasto da mettere o la farcitura.
Un aiuto però l'ho avuto da Pinella, che ha pubblicato sul suo blog la ricetta di un impasto per brioche di Martin.
Da crudo è una seta, morbido ma non appiccicoso. Un pochino carico, ma dopotutto è una brioche francese, quindi c'è da aspettarselo. L'ho lavorato con la tuffante Miss Baker Pro di Bernardi, ma si può impastare anche con una semplice impastatrice.
Ho fatto una modifica, sostituendo una parte di burro con della pasta di cioccolato e nocciole (o Nutella), perchè volevo dargli un sapore e un aspetto più cioccolatoso.
La brioche nel suo complesso me la sono immaginata così:

  • crumble al cacao
  • crema pasticcera cioccolato e nocciola (ricetta modificata da quella di mia nonna e di Di Carlo)
  • impasto brioche con pasta di cioccolato e nocciola
  • lucidata con sciroppo di zucchero
  • spolverata con zucchero a velo
L'assaggio. Libidinosa, soffice, cremosa e ricca. 
Provatela.
Clicca qui per leggere la ricetta

lunedì 17 giugno 2019

Panini bianchi giapponesi




Un viaggio che mi piacerebbe fare è visitare il Giappone.
Sicuramente mi incuriosisce la cultura completamente diversa dalla nostra, ma trovo incantevole anche il loro senso estetico, l'architettura, la cucina, e molto interessanti i loro usi e costumi.
Mentre ammiro questo Paese da lontano posso però cercare di riprodurne qualche ricetta.
Certo, non è una passeggiata tradurre dal giapponese, anche aiutandosi con i traduttori online. Spesso anzi, una delle difficoltà, è proprio trovare un senso a quello che traduce il computer.
Inoltre, alcuni ingredienti sono tipici dei luoghi in cui vengono usati, quindi trovarli qui o adattare qualcos'altro non è così immediato.
Però, nonostante queste difficoltà, non ho potuto resistere a questi panini che sembrano due belle "ciapet", e che ho visto qua. Ho apportato delle modifiche nelle dosi e nelle procedure che la traduzione non rendeva molto intuibili.
Si tratta di morbidissimi panini bianchi, molto saporiti e semidolci. Si cuociono per breve tempo ma non sono per niente crudi.
A me sono piaciuti molto, quindi è una ricetta che merita di essere condivisa. Le foto le ho fatte velocemente e da cellulare, li ho sfornati tardi e non ho avuto tempo di presentarli in modo più carino.
Però mi sembrano tanto belli anche così, qui li abbiamo molto graditi.
Clicca qui per leggere la ricetta

lunedì 26 novembre 2018

Kouglof di Christophe Felder




Questo lievitato lo corteggiavo da un po', ma mi mancava lo stampo adatto.
Poi ne ho trovato uno da 18 cm, che come forma si avvicina all'originale, e tempo una settimana l'ho provato.
Il Kouglof, o Kughelof, o Gughelupf (ne esistono varie versioni), è un dolce alsaziano che si realizza tipicamente per le feste o nel periodo natalizio.
Ovviamente è più facile da realizzare rispetto a un panettone, ma ha la caratteristica che può essere leggermente imbevuto con uno sciroppo aromatizzato, e forse per questo è ritenuto un antenato del babà (non conosco la storia prescisa).
La versione originale prevede l'uso di uvetta, che però a casa non mangiamo molto, quindi l'ho sostituita con pezzetti di cioccolato bianco e aromatizzata con un pochino di mix aromatico a base di miele, arancia, limone e vaniglia.
Mi sono affidata a una ricetta di Felder, presa da questo bellissimo blog, a cui però, a parte gli aromi, ho applicato una modifica nella quantità di liquidi e lievito e ho aggiunto lo sciroppo per bagnarlo, come visto qui.
Infatti, leggendo le dosi, mi sembrava che potessero rendere problematico l'impasto, impressione confermata dalla blogger che ha scritto di aver aggiunto un pochino di farina.
La ricetta non presenta particolari difficoltà e assicura un risultato buonissimo, morbido e molto profumato.
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venerdì 16 novembre 2018

Plumcake al limone di Massari




I plumcake sono dei dolci affascinanti, amo la collinetta che li rende tipici.
Ancora più carini sono i mini plumcake, comodi anche da portare a scuola come merenda.
Sempre attingendo alla collana che sta uscendo in edicola in questo periodo, "A scuola di pasticceria" di Massari, ho provato questa ricetta di plumcake al limone.
Di certo il Maestro non lesina col burro, d'altronde questa preparazione è notoriamente fatta così, però il sapore del limone lo rende leggero e delizioso.
La ricetta originale prevede nell'impasto pezzi di limone candito, che ho sostituito con il cedro candito.
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venerdì 19 ottobre 2018

Plumcake al cioccolato nero fondente di Massari




Sto collezionando la collana dei libri di Massari che sta uscendo in questi giorni.
Non avevo suoi libri e questa è una bella occasione. Ci sono un sacco di spiegazioni dettagliate e specifiche per il tipo di preparazione trattato.
Prendo il libro dedicato ai dolci al cioccolato, lo sfoglio velocemente, e mi blocco subito sulla foto di un enorme plumcake al cioccolato. Fatto vedere a casa, riceve l'approvazione di tutti, quindi corro a prepararlo.
Eccolo qua, esagerato con questa meravigliosa cupola. Facilissimo da fare, a merenda dovete strapparlo dalle mani dei bambini, se no lo finiscono. E io che volevo conservarlo per la colazione,
Con le porzioni inicate vengono precisi due stampi da plumcake lunghi 15 cm x 8,5 cm. Per avere questa crescita è importante usare stampi stretti, o comunque ben riempiti, i miei stampi erano pieni fino al bordo.
Ho fatto delle piccole modifiche alla ricetta.
Non ho aggiunto il rum, ho allingato la cottura di 5 minuti, e non ho spennellato la superficie del plumcake con la glassa paingente, ma solo con la gelatina (o confettura) di albicocche.
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venerdì 21 settembre 2018

Biscotto sandwich al cioccolato di Antonio Bachour




Quando ho visto i biscotti sandwich di Antonio Bachour è stato colpo di fulmine, oltre che salivazione immediata.
Dei biscottoni ripieni di ganache al cioccolato dalla linea così essenziale ma ricchi, abbondanti ed eleganti allo stesso tempo. Ricetta fra l'altro semplice e accessibile.
L'unica difficoltà per me era reperire il cioccolato usato da Bachour, il Dulcey di Valrhona, un cioccolato dal colore biondo miele.
Avevo però troppa curiosità di provare questa ricetta, quindi, ignorando eventuali differenze tecniche e di sapore, ho rischiato usando cioccolato gainduja, fondente e bianco. Nel più assoluto menefreghismo di cosa fosse corretto e cosa no, ho però ottenuto una ganache che reputo eccellente, sia come sapore che come setosità. Inoltre, a causa della fretta, e del dover incastrare la preparazione fra due impegni, ho letto velocemente le indicazioni per la ganache e, ricordandole male, ho seguito tutt'altra procedura. Nel dubbio inserisco entrambe le versioni, quella indicata da Bachour (fidatevi di lui), e la mia da amatoriale indaffarata. La fortuna aiuta gli audaci, chissà. In questo caso ha aiutato una golosa in crisi da cioccolato.
E anche il biscotto sablè, parliamone. Può un uomo ideare qualcosa di così buono? A quanto pare Bachour può. Una frolla così saporita, senza aggiunta di alcun aroma, che lascia stupiti.
Devo ammetterlo, mi sono innamorata delle sue ricette.
Per ottenere quel bell'effetto a rete sui biscotti serve un tappetino microforato, molti mi chiedono quindi specifico che ho usato quello di Silikomart.
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venerdì 7 settembre 2018

Cassata al forno siciliana




La cassata per i siciliani è un dolce rappresentativo del patrimonio gastronomico locale, e anche al di fuori della Sicilia è conosciutissimo.
Ma c'è una sua variante che io addirittura preferisco alla sua omonima colorata e piena di canditi, ed è la cassata al forno.
Dall'aspetto più sobrio e semplice, potrebbe sembrare una qualsiasi crostata, ma in realtà è uno di quei dolci antichi che sono arrivati ai giorni nostri in tutta la loro sapienza e bontà.
Il ripieno è formato ovviamente da crema di ricotta di pecora (importantissimo il tipo di ricotta) e gocce di cioccolato (i canditi qui non ci sono, se li trovate sono varianti). Questa crema però, per non inumidire il guscio di frolla, è isolata da dei dischi (o strisce) di pan di Spagna, o biscotti sbriciolati. Se invece si fa scolare la ricotta in frigo per circa 6 ore, non è necessario rivestire la frolla con la torta.
La ricetta classica prevede una frolla magra (tradizionalmente fatta con strutto), e del pan di Spagna, ma ho deciso di renderla ancora più friabile e saporita utilizzando la pasta sablè di Leonardo Di Carlo (è una frolla molto saporita e friabile, perfetta anche per i biscotti da sacchetto) e strati sottili della torta di Martha Stewart.
So che non è facile trovare ovunque della buona ricotta di pecora saporita, come quella che producono in Sicilia. Io ne ho trovata una che le si avvicina al banco gastronomia dell'Esselunga, altrimenti al banco frigo cercate la ricotta confezionata Zappalà.
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